E finalmente Don Chisciotte capì che era giunto il momento di smettere di lottare contro i mulini a vento, o quanto meno che era il caso di provare a cambiare mulini....
I mulini ci saranno sempre, pensava, con i loro cigolii sinistri e le loro ombre beffarde, che con tutta la tua passione, il tuo ardore, la tua foga, non riuscirai mai a scalfire....
Saranno sempre lì, ma cambiare vallata, cambiare i colori, cambiare cielo, a volte da' l'illusione di cambiare vita, e scrollarsi di dosso almeno mentalmente e per un tempo infinitesimale lo scoramento di vedere che tutti i tuoi sforzi non scalfiscono questi neri mostri....
Non stava bene Don Chisciotte, per niente. Sentiva in quel momento il peso degli anni persi dietro a sogni e illusioni ormai svaniti e dissolti dal tempo. Sentiva la stanchezza, la fatica, e la tristezza. A cosa era servita la sua passione? A cosa il cuore e l'ardore con cui ogni giorno per anni aveva sfidato quei giganti senz'anima?
Forse a nulla. Ma dietro aveva sempre Sancho Panza, il fedele amico, che lo aveva sempre appoggiato e consolato, pronto anche stavolta a stargli accanto, come solo un vero amico sa fare.
E finalmente sparì la paura.
I mulini non sarebbero spariti. Sarebbero sempre rimasti al loro posto. Ma Don Chisciotte non era solo. Aveva un fedele compagno di avventure accanto a sé.
E con un amico accanto il mondo non lo spaventava.
Era pronto. E voltate le spalle ai vecchi nemici si incamminò, verso Sancho Panza che lo attendeva per il prossimo viaggio.
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